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19/03/2024

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Cosio Valtellino

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TERRITORIO

Cosio Valtellino

Per parlare della storia del Comune di Cosio Valtellino dovremmo affrontare due filoni: la storia delle frazioni del fondovalle distintamente da quelle dimoranti sul versante orobico. Da testimonianze storiche COSIO risulta essere uno dei centri più antichi della regione. Verso la fine dell'anno 1000 gran parte del territorio di fondovalle apparteneva ai monaci cluniacensi che vi edificarono l'abbazia di San Pietro in Vallate (1078d.C.). Dal XII al XIV secolo fece parte del feudo di proprietà della famiglia Vicedomini, di credo ghibellino e fedele a Federico Barbarossa. Coeva è la preziosa Chiesa Parrocchiale di San Martino in Cosio recentemente restaurata.Scopri di più. Clicca qui

stemma Cosio Valtellino

Stemma di Cosio Valtellino

COSIO VALTELLINO, 231 m s.l.m. - 5100 abitanti

Stemma: d'oro al castello di rosso merlato alla ghibellina, aperto e finestrato del campo.

"Gli stemmi dei comuni di Valtellina e Valchiavenna" di Marco Foppoli.

santo patrono Cosio Valtellino

Sant'Ambrogio

Aurelio Ambrogio (Aurelius Ambrosius), meglio conosciuto come sant'Ambrogio (Treviri, incerto 339-340 – Milano, 397) è stato un vescovo, scrittore e santo romano, una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo. È venerato come santo da tutte le Chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro massimi dottori della Chiesa, insieme a san Girolamo, sant'Agostino e san Gregorio I papa.
Conosciuto anche come Ambrogio di Treviri, per il luogo di nascita, o più comunemente come Ambrogio di Milano, la città di cui assieme a san Carlo Borromeo e san Galdino è patrono e della quale fu vescovo dal 374 fino alla morte, nella quale è presente la basilica a lui dedicata che ne conserva le spoglie.

Si dice a Cosio Valtellino:

  • "La vegedàa la dumànda cünt de la giuventü". (La vecchiaia chiede conto della giovinezza).
  • A vangà a macc' el ve fo el vin a ciàp (a seminare a maggio vien fuori il vino a tazze)
  • S'el fioca de febrée, ghèm un bun maiée (Se nevica a febbraio, abbiamo un raccolto)
  • "Novembri, novembrin un bel dì el principi, un bel dì la fin". (Novembre, novembrino, una bella giornata al principio ed una bella giornata alla fine.)
  • "A San Giuàn chi ga lana fa pagn" (A San Giovanni chi ha lana fa panni)
  • April gà el fiùr e macc el gà l'unùr (Aprile ha il fiore, maggio gli dà l'onore, cioè il colore)
  • La ruchéta l’è na mòrt segréta (la rocchetta – della filatrice – è una morte nascosta)
  • Nel temp de suliùn la verdüra la se laga en den kantùn (al tempo de solleone la verdura la si lascia stare)
  • Pescadù, casciadù e menalüna, se i ne ciàpa l’è na gran fortuna (pescatori, cacciatori ed astrologi, se guadagnano qualcosa è una gran fortuna)
  • Quand la nivola la va vèrs i Cèch, l’è ségn che ‘l piöv prést (quando la nuvola va verso i Cech è segno che pioverà presto)
  • Se te vö desfàs de la miée màndela al sùu de febrée (se vuoi disfarti della moglie, mandala al sole di febbraio)