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19/03/2024

S. Alessandra martire

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Morbegno

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TERRITORIO

Morbegno

Morbegno (262 m s.l.m. - 12321 abitanti) è la più popolosa cittadina della bassa Valtellina, poco oltre le sue "porte", sita appunto nel crocevia fra la valle dell'Adda, il territorio del lago di Lecco e la bergamasca tramite la Valle del Bitto di Albaredo e il passo S. Marco.

Adagiata sul conoide del torrente Bitto, che dà il nome al celebre formaggio alpino (Presidio Slow food – ad esso è dedicata anche l'annuale Mostra del Bitto), si estende fino alle opposte propaggini retiche della "costiera dei Cech".

Il fiume Adda divide la città dalle frazioni di Campovico, Paniga e Desco. La strategica posizione del (già fiorente) borgo medievale favorì nei secoli la vocazione commerciale in convergenza con quella viti-vinicola: caratteristiche e diffuse in tutto il centro storico sono infatti le cantine "a volta" tipiche della città (in cui si tiene ogni anno la manifestazione di degustazione vinicola "Morbegno in cantina").

Il piccolo borgo, risalente all'Alto medioevo (sorto intorno al già citato torrente Bitto, che si incunea nella gola detta "Seriole"), si è esteso soprattutto nel corso del novecento a ovest fino a conurbarsi con il limitrofo comune di Cosio Valtellino e a est analogamente con quello di Talamona (zona industriale).

Carico di storia e arte fatta di suggestivi scorci di antiche magioni, da visitare sono senz'altro lo storico Palazzo Malacrida (definito "il più bel palazzo veneziano fuori da Venezia"), sito in pieno centro e impreziosito da opere pittoriche di Giovan Pietro Romegialli (nativo proprio di Morbegno), Giuseppe Coduri e Cesare Ligari (fra i massimi artisti del settecento lombardo). Unica poi è la Collegiata di San Giovanni Battista (che conserva un reliquario della Sacra Spina di Gesù), capolavoro del barocco lombardo (XVII-XVIII secolo), anch'essa arricchiata al suo interno da significativi cicli pittorici settecenteschi.

Sempre a Morbegno è infine il più antico ponte sull'Adda della zona, il suggestivo Ponte di Ganda, costruito fra quattrocento e cinquecento, distrutto dalle piene del fiume nel settecento e poi ricostruito fra il 1775 e il 1778.

Morbegno nel 1967 viene insignitadel titolo di “città” grazie al ruolo di grande prestigio assunto dal morbegnese Ezio Vanoni, ministro economico in diversi governi del Dopoguerra.

Per saperne di più visita il sito del Comune di Morbegno

stemma Morbegno

Stemma di Morbegno

MORBEGNO, 262 m s.l.m. - 10940 abitanti

Stemma: di rosso a due chiavi d'argento poste in decusse, con gli ingegni in alto e le impugnature d'oro; la spada d'argento con elsa d'oro attraversante in palo.

"Gli stemmi dei comuni di Valtellina e Valchiavenna" di Marco Foppoli

Si dice a Morbegno:

  • El dé de Santa Crus tücc' i matèli i fa el murùs (il giorno di Santa Croce tutte le ragazze trovano il moroso)
  • Quand el Bèrr el se ncapèla, va a cà a tò l’umbrèla (quando il pizzo Berro è rannuvolato, vai a casa a prendere l’ombrello)
  • "Se ciapa püsé mósch con un cügià de mél che con un litru de asé." (Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con un litro di aceto)
  • "Chi tròp tìra strùnca" (A tirar troppo la corda la si rompe).
  • A la Madona Seriöla de l'invernu sem föra, ma s'el piöv u 'l tira vent de l'invernu sem de dent (Alla Madonna Seriola siamo fuori dall'inverno, ma se piove o tira vento siamo ancora in inverno)
  • Erba febroröla, dòna piazaröla (erba di febbraio, donna di poco conto: l'erba che spunta a febbraio è ancora poca cosa)
  • Ginée, ginerùn spazza i scrign e i masùn (Gennaro, gennarone, svuota le dispense)
  • S'el fa suu a Santa Bibiana farà bel témp un dé e na setimana (se c'è il sole a santa Bibiana farà bel tempo un giorno e una settimana)
  • S. Sebastiàn el sùu in munt e in pian (S. Sebastiano, il sole al monte e al piano)
  • Se genée nul genégia e febrée nul febrégia marz e april la kùa végia (Se gennaio non fa il gennaio e febbraio non fa il febbraio, marzo ed aprile propongono una coda dell'inverno)