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19/03/2024

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Sondalo

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TERRITORIO

Sondalo

L’antichità di Sondalo è testimoniata da alcuni reperti archeologici, quale per esempio il celebre macinello a doppia impugnatura ritrovato da Tognolatti nel 1884, di difficoltosa datazione, conservato nel museo di Sondrio. Anche la toponomastica offre sicurezze storiche, in particolare circa la presenza dei Longobardi (lo stesso nome Sondalo viene fatto derivare dal longobardo). Nonostante l’appartenenza alla pieve di Mazzo, il territorio dipese dal monastero di Sant’Abbondio di Como; a Sondalo poi si trovavano numerose proprietà della chiesa di San Martino di Serravalle. Il paese era dotato di un castello (a Boffalora) e altre due fortificazioni in loc. Alundo (Nalónt) e il “castrum braitinum” in loc. Resquai, dei quali rimangono solo pallide tracce. Nel corso del XIII sec., il castello di Boffalora fu teatro di scontri fra le fazioni guelfe dei Torriani e il ghibellino Corrado Venosta, il quale nel 1270 catturò e tenne prigioniero nel maniero il vescovo di Como Raimondo Torriani. In seguito a questa vicenda il castello fu distrutto.Scopri di più. Clicca qui

santo patrono Sondalo

Sant'Agnese

Agnese (Roma, 290-293 – Roma, 21 gennaio 305) era, secondo la tradizione latina, una nobile appartenente alla gens Clodia che subì il martirio durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano all'età di 12 anni.

Molto varie e talvolta contrastanti sono le notizie circa la sua vita e il suo martirio. Secondo alcuni il figlio del Prefetto di Roma si era invaghito di Agnese senza essere ricambiato, avendo la giovane fatto voto di castità a Gesù. Dopo il rifiuto della ragazzina, il padre del giovane, saputo del voto di castità, le impose la clausura fra le vestali, con le quali avrebbe dovuto rendere culto alla dea che proteggeva la città di Roma. Al rifiuto di Agnese, il prefetto l'avrebbe fatta rinchiudere in un postribolo. Qui però nessun cliente aveva osato toccarla, tranne un uomo che la tradizione religiosa vuole accecato da un angelo bianco, cui però successivamente, per intercessione della stessa Agnese, Dio rese la vista. La tradizione agiografica racconta anche che Agnese, accusata di magia, fu a quel punto condannata al rogo, ma le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur lambirlo ed i suoi capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità.

Dopo questo "miracolo" Agnese fu trafitta con colpo di spada alla gola. Dopo la sua morte il suo corpo fu sepolto nelle catacombe oggi conosciute con il suo nome.

Fonte: Wikipedia

Si dice a Sondalo:

  • Al prìm dì che se va in montègna se casèra miga (il primo giorno che si va all'alpe non si può pretendere di saper fare il formaggio)
  • Cora che i bò i fòra de la scala al padrón al sèra la pòrta (quando i buoi sono usciti dalla stalla il padrone chiude la porta)
  • Quél che nò stróza, ingràscia (quello che non strozza, ingrassa)
  • Se'l fa désc dì de bel a màc’, l'é un greè mac’ (se fa dieci giorni di bel tempo a maggio, è un bel maggio)
  • "A far a tòch se deventa pitòch". (A dividere il patrimonio si diventa poveri).
  • "Chi se cunténta miga de l'onèst, al pért la bórsa e ènca al rèst". (Chi non si accontenta dell'onesto, perde la borsa e la stima degli altri)
  • "Fin che se pò vegnir fò dal léc’ se pò èser cuntént en se s'é véc’". (Fino a che si può uscire dal letto si può essere contenti anche se si è vecchi)
  • "L'acqua la fa màl e 'l vin bòn al fa cantàr" (l'acqua fa male, il buon vino fa cantare)
  • "Tal paés, tal usénza" (ogni paese ha i suoi costumi - Sondalo)
  • "Se'l fiòca su la fèa, al vèn fo un invèren che 'l fa maravèa" (Se nevica quando ancora le foglie sono sugli alberi, vien fuori un inverno sorprendente).
  • "Che ke dà prèst l'e come darghela dòa volta". (Chi dà tempestivamente è come se desse due volte).
  • "L'è méi stremìrse per negót che piènsger per vergót"
  • (è meglio spaventarsi per nulla che piangere per qualcosa)
  • "La gésgia l'ha miga de farghe la carità al dóm" (una chiesa non deve far la carità ad un duomo)
  • A parlar del diàol al comparìsc la pèl (a parlare del diavolo compare la pelle)
  • Al sbàglia ènca i prèvet a dir la mésa (sbagliano anche i preti a dir Messa)
  • Che ke dà prèst l'e come darghela dòa volta (chi dà tempestivamente è come se desse due volte)
  • Chi sgiùga de tèsta, paga de bórsa (chi agisce per orgoglio, la paga)
  • Cul e témp i ha miga comandamént (a sedere e tempo non si comanda)
  • Fò da un sciùch al vèn fò de vària astéli (da un ceppo vengono fuori tante schegge, cioè da una famiglia vengono individui diversi)
  • I parént i é i prìm nemìsc (i parenti sono i primi nemici)
  • La vista e 'l sentimént fina a l'ùltim momént (la vita e il sentimento fino all'ultimo momento)
  • Quél che nò stróza, ingràscia (quello che non strozza, ingrassa)
  • Sàsc che salta l'ha mai fàc’ su mùs’c’ (sasso che salta non ha mai sopra muschio)
  • Se'l fiòca su la fèa, al vèn fo un invèren che 'l fa maravèa (se nevica quando ancora le foglie sono sugli alberi, vien fuori un inverno sorprendente)