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23/04/2024

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Tartano

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TERRITORIO

Tartano

La Val Tartano non si mostra dal fondovalle. Dal nastro asfaltato della strada statale 38, o dai detriti dell'omonimo torrente all'altezza di Talamona traspare solo la strada provinciale che zizagando supera il Crap del Mezzodì e sale fino al Dosso di Campo. Nulla mostra della sua incomparabile bellezza naturale che la contraddistingue, soprattutto nella Val Corta e nella Val Lunga che la chiudono. Nel passato recente, prima degli anni '60, Tartano era più facilmente raggiungibile grazie ai valichi orobici che dal fondovalle. Questo ha permesso alla civiltà contadina autarchica di mantenere inalterate le proprie tradizioni e costumi e di conservare le miriadi di contrade che costellano la valle.Scopri di più. Clicca qui

santo patrono Tartano

San Barnaba

Barnaba, originariamente chiamato Giuseppe di Cipro (Cipro, ... – Salamina, 61), è stato un apostolo, tradizionalmente considerato il primo vescovo di Milano. È venerato come santo dalla chiesa cattolica e da quella ortodossa. La sua ricorrenza si celebra l'11 giugno.

Per secoli a Milano la primavera si è festeggiata il 13 marzo, giorno dell'arrivo di Barnaba; nel 1396 tale giorno viene proclamato giorno di astensione dal lavoro e nel 1583 sarà solennemente riconfermato da Carlo Borromeo"dies festivus", ossia giorno di festa.

Il suo cranio è conservato presso la chiesa parrocchiale di Endenna, nel comune di Zogno (BG). Un braccio è conservato nella Basilica di San Barnaba a Marino, in provincia di Roma.

Si dice a Tartano:

  • El sbaglia dàa ‘l prèvet sö sü l’titleàar (sbaglia anche il prete all’altare)
  • Ià fàc’ gnàa ‘l Dóom dè Milàa töt intü’na völta (neppure il Duomo di Milano è stato fatto tutto in una volta)
  • Intè l’aldelà em truarà quèl che m’ha fàc’ (nell’aldilà troveremo quello che abbiamo fatto)
  • "La prima galìna che cànta l’ha fàc’ l’ööf". (La prima gallina che canta ha fatto l'uovo).
  • An de èrba, an de mèrda (anno di abbondante erba, anno di scarsi raccolti)
  • Cùla féde ed se sposta ‘l muntàgn (con la fede si spostano le montagne)
  • El cucù el dis: ai set (d' aprile) nu vegnaro, ai dersèt se pudaro, ai vintisèt nu sbagliare (il cucù dice: il 7 di aprile non verrò, al 17 se potrò, al 27 non sbagliare)
  • La nìula rùsa l’è mai mòrta dàla sìi (la nuvola rossa non è mai morta di sete, cioè porta pioggia)
  • Quant lè scià l’aurìil, dàa l’àsen el cambgia ‘l pìil (quanto arriva aprile, anche l’asino cambia il pelo, quindi tutti possono cambiare idea)
  • Quèl che Dìu völ l’è gnì tròp gnì tròp pòok (quel che Dio vuole non è né troppo né poco)