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19/03/2024

S. Alessandra martire

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Traona

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TERRITORIO

Traona

Il comune di Traona è posto all'inizio della Valtellina, in provincia di Sondrio, nella parte settentrionale della Lombardia. Il borgo è attraversato dalla SS. 402 Valeriana che lambisce il versante Retico della Valtellina, dista ca. 1 Km sia dalla linea ferroviaria statale che dalla SS. 38 dello Stelvio,che percorre longitudinalmente tutta la Valtellina. Il suo territorio in parte occupa il conoide del torrente Vallone sulla destra orografica del fiume Adda , in parte è adagiato sulla solatia Costiera dei Cech a ridosso della catena alpina delle Alpi Retiche.Scopri di più. Clicca qui

stemma Traona

Stemma di Traona

TRAONA,252 m s.l.m - 1998 abitanti

"Gli stemmi dei comuni di Valtellina e Valchiavenna" di Marco Foppoli

Stemma: di rosso al cigno al naturale

santo patrono Traona

Sant'Alessandro

Alessandro di Bergamo (III secolo – Bergamo, 26 agosto 303) è stato, secondo la tradizione, un soldato della legione tebea, che subì il martirio a Bergomum; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Fu probabilmente, secondo quanto documentato dai tardivi atti del suo martirio (risalenti all'VIII secolo), il vessillifero della leggendaria legione Tebea, composta da soldati della Tebaide e comandata dal generale romano Maurizio anch'egli venerato dalla Chiesa cattolica con il nome di san Maurizio.

Secondo la tradizione, la centuria di cui Alessandro era comandante fu spostata intorno all'anno 301 dalla Mesopotamiaalle regioni occidentali, prima a Colonia, poi a Brindisi, sino a giungere in Africa[non chiaro].

Durante il lungo viaggio dei legionari, diverse persecuzioni contro i cristiani furono ordinate dall'imperatore Massimiano, ma i soldati si rifiutarono di eseguire gli ordini pagando con la decimazione, avvenuta ad Agaunum, nell'odierna Saint Maurice-en-Valais che si trova nel cantone Vallese, in Svizzera.

Tra gli scampati al massacro, Alessandro riparò con alcuni suoi compagni in Italia, ma fu imprigionato a Milano (nel luogo dove oggi sorge la basilica di Sant'Alessandro in Zebedia, in piazza di Sant'Alessandro) e qui si rifiutò di abiurare alla fede cristiana come ordinatogli dall'imperatore Massimiano. Fuggito dalla prigione, grazie all'aiuto di Fedele di Como e del vescovo Materno, sulla strada verso Como, secondo la leggenda compì il miracolo di risuscitare un defunto.

La colonna che indica il luogo della decapitazione a Bergamo, sul sagrato dell'attuale chiesa di Sant'Alessandro

Dopo essere stato riconosciuto, catturato e riportato davanti a Massimiano, Alessandro abbatté l'ara preparata per il sacrificio agli dei romani, facendo infuriare l'imperatore, che lo condannò a morte per decapitazione; la leggenda vuole che il carnefice non osasse colpirlo poiché Alessandro gli appariva "come un monte" e, per lo spavento, gli si sarebbero irrigidite le braccia: la stessa sorte sarebbe toccata ad altri soldati chiamati ad eseguire la condanna; pertanto fu rimesso in carcere, a morire di stenti, ma riuscì nuovamente a fuggire.

Alessandro passò miracolosamente l'Adda all'asciutto e si nascose in un bosco vicino a Bergamo, presso il Ponte della Morla, da un patrizio locale, Crotacio. A Bergamo Alessandro iniziò un'opera di conversione alla fede cristiana degli abitanti della città, tra cui i futuri martiri Fermo e Rustico, parenti di Crotacio. Fu presto scoperto da alcuni soldati romani che lo condussero in catene a Bergamo, dove fu condannato alla decapitazione, che questa volta fu eseguita senza inconvenienti il 26 agosto 303 nel luogo dove ancora sorge la chiesa di Sant'Alessandro in Colonna.

Si dice a Traona:

  • "L'aparénza ingàna e la gent se la cognóss cun pratigàla" (l'apparenza inganna e la gente la si conosce frequentandola)
  • Ginè, ginerìn, spaza i scrign e i masùn (gennaio, gennarino, spaza scrigni e magioni)
  • L'è mèi un baitél da per lü ch'un castèl in mescià (è meglio una piccola dimora da soli che un castello in condivisione)
  • La roba mal tiràda, la fa poca düràda (la roba mal acquisita dura poco)
  • Quand s è vécc, tüti i mai i va a la pécc (quando si è vecchi, tutti i mali peggiorano)
  • Töcc' i can ai mena la cóa, töcc' i àsen ai vò dì la sóa (tutti i cani menano la coda, tutti gli asini vogliono dire la loro)
  • Töcc' i grüp ai ven al pécen (tutti i nodi vengono al pettine)
  • "Da Natale a l'Epifanìa se fa minga economìa" (da Natale all'Epifania non si fa economia)
  • "Ginè, ginerìn, spaza i scrign e i masùn" (Gennaio, gennarino, spaza scrigni e magioni)
  • "Dopo Natal töcc' i dì l'è carnevàl" (dopo Natale tutti i giorni è carnevale).