CIAO! COSA CERCHI IN VALTELLINA?

26/04/2024

S. Zita

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Foto Alessio Giovacchini ©

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TERRITORIO

I punti Guanelliani - la baita dello scoiattolo

«Il giogo del tuo monte è sublime, perché di là si contempla più davvicino il bel paradiso. Il profondo delle tue valli è sacro, perché nel ritiro della solitudine si impara a meglio amare il Signore, a meglio volere al prossimo dei fratelli. […] Buon montanaro valtellino, or io intendo la ragion di quell’affetto che ti fa aderire al vertice di monte, che ti configge al piano della tua valle. Figlio dei santi, tu vivi nella terra dei santi e tu sei lieto. Ah, renditi sempre più meritevole di tal terra e di cotali santi!» (L. Guanella, Il montanaro. Strenna Valtellinese nell’anno 1886, 1886). Il piccolo Luigi Guanella passò la sua infanzia e fanciullezza nella natura bella e aspra di questi paesaggi alpini. Questi monti lo videro custodire il gregge sulle alture di Gualdera o sugli alpeggi di Motta e dell’Angeloga, portare il carico di fieno nel “campàcc” o di legna nel “gerlìn”, giocare libero con tutta la vivacità di un ragazzo sveglio, intelligente e talvolta anche un po’ troppo spericolato. Scriveva don Luigi molti anni dopo, con un po’ di nostalgia: «I fanciulli sono da paragonare a quelle nostre caprette di montagna, che per molte ore si allontanano dal caprile e saltano di balza in balza; ma poi verso sera, quando il pastore le chiama con alte grida, esse gli corrono incontro perché sanno di assaporare dalle sue mani il sale saporito» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).Scopri di più. Clicca qui

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