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Il crotto della comunità

FOTO ANDREA SHOOTER RESTA ©

03/08/18

In un’edizione della Sagra dei Crotti che si arricchisce, settimana dopo settimana, mantenendo fede allo spirito delle origini di evento fortemente legato al territorio, manifesto delle tradizioni locali, emerge il Crotto della Comunità, il progetto del Comitato destinato a crescere e a moltiplicarsi. Semplice nella sua essenza, articolato nella sua realizzazione, consiste nell’individuazione e nell’adozione di un crotto in disuso per riportarlo nella sua completa operatività e renderlo fruibile a tutta la comunità. Non un recupero fine a se stesso, limitato nell’utilizzo degli spazi, bensì l’allestimento di un museo per valorizzare e divulgare i tratti distintivi dell’elemento tipico della Valchiavenna: la magia del sorel, la centralità di questi anfratti nel passato, la cultura alimentare di montagna, la storia e le tradizioni. La sagra che celebra i crotti è l’occasione migliore per mostrare il progetto di recupero che, per primo, ha interessato un crotto in località Pratogiano.

«Con questo progetto intendiamo qualificare il ruolo del Comitato Sagra dei Crotti, non più limitato all’organizzazione della manifestazione ma ampliato al recupero e alla valorizzazione dei crotti - sottolinea il presidente Andrea Lorenzini -. I crotti rappresentano un grande patrimonio storico, culturale e sociale che abbiamo il dovere di preservare e di valorizzare: i nostri sforzi sono finalizzati a restituire ai chiavennaschi un simbolo della valle. Un’idea che abbiamo condiviso all’interno del Comitato, tra tutti i componenti, e che abbiamo trasformato in un progetto sostenuto dagli enti pubblici: il primo traguardo sarà la presentazione del Crotto della Comunità della Valchiavenna in occasione dell’evento di settembre».

Un desiderio che è anche un’esigenza, poiché con gli anni aumentano le difficoltà nel reperire crotti privati da affidare in gestione alle associazioni di volontariato impegnate nella Sagra dei Crotti. Vi è dunque la necessità impellente di arrestare il declino e di limitare l’abbandono. Alla base del progetto ci sono un’approfondita ricerca storica per l’allestimento del “Museo del Crotto” e una specifica attività di comunicazione e promozione della cultura del crotto e dei suoi prodotti. Il passo successivo sarà la restituzione del crotto alla comunità: associazioni, enti pubblici e aziende private potranno utilizzarlo per incontri di lavoro e momenti conviviali. «Sono state definite molte azioni di comunicazione per promuovere i crotti - spiega il direttore del Consorzio per la promozione turistica della Valchiavenna Filippo Pighetti -, sia in concomitanza con la sagra sia in momenti diversi. Faremo leva sull’elemento identitario del crotto e sul suo legame con la tradizione enogastronomica locale per catturare l’attenzione dei residenti e dei turisti, in particolare attraverso un video che verrà divulgato sui social network».

L’appuntamento è per domenica 2 settembre, giornata di apertura della 59esima Sagra dei Crotti, per scoprire il “Crotto della Comunità”, il primo di una serie.