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Lo Sportivo Sondriese 2016 è Camillo Della Vedova

28/04/17

Da 29 anni la Città di Sondrio dedica un riconoscimento speciale al mondo dello sport, chiamato “Lo Sportivo Sondriese”.

Lo Sportivo dell’anno, dove lo sport è inteso come momento di aggregazione, di superamento di ostacoli, di grandi valori quali la lealtà e il rispetto dell’altro.

Per l’ anno 2016,  il premio sarà consegnato a Camillo della Vedova, grande appassionato di alpinismo. 

Nato a Tirano nel 1946, si è avvicinato alla montagna ed la fantastico mondo dell’alpinismo quando aveva già trent’anni. Molto meticoloso ed incline a non lasciare nulla all’improvvisazione, ha capito subito che le montagne, con il loro fascino e la loro maestosità, richiedono una conoscenza approfondita delle tecniche con cui avvicinarsi ed è per questo motivo che decide di frequentare i corsi di alpinismo e di sci-alpinismo organizzati dalla Sezione Valtellinese del Club Alpino Italiano.  Questi corsi non hanno rappresentato per lui una difficoltà, bensì l’occasione per approfondire quella che, fino a quel momento, era pura passione istintiva, apportando le conoscenze che avrebbero costituito il primo nucleo di quell’indispensabile bagaglio che, nel tempo, sarebbe diventato un vero e proprio patrimonio di esperienza.  Superati gli esami finali ed ottenuto il brevetto di Istruttore Regionale di Alpinismo, la sua passione e la voglia di assaporare sempre nuove emozioni, lo portano a raggiungere prima le principali vette nazionali e successivamente parteciperà anche a numerose spedizioni alpinistiche internazionali.  Dal Pizzo Badile al Monte Bianco, dalla Grigna alle Cime di Lavaredo, dal Bernina al Disgrazia, solo per accennare alcuni nomi noti a noi tutti.  Tra le imprese internazionali partecipa nel 1990 alla “Spedizione Città di Sondrio” in Pakistan sull’Istor-o-nal nella catena dell’Hindu Kush, a quota 7.373 metri, spedizione che rappresenterà la prima ascesa italiana su questa parete e nel 1996 sempre in Pakistan, in occasione dei 125 anni della Sezione Valtellinese del CAI, è tra i componenti della spedizione che segnerà la prima ascensione assoluta al Lila Peak a quota 6.200 metri. 

“Dal momento che mi diverto ad arrampicare, non mi interessa più di tanto salire molte vie la prima volta, come ho l’impressione che molti facciano per aumentare il numero delle classiche effettuate. A me interessa di più, e spesso mi diverto di più, ripetere una via che mi sia particolarmente piaciuta, e devo dire che, di solito, mi soddisfa di più quando la salgo per la seconda o terza volta. Mi diverto anche a rifarla per far gustare ad altri la bellezza di quell’arrampicata”. 

In queste ultime dichiarazioni, estratte da una intervista apparsa anni fa su una rivista specializzata, è riassunto il suo pensiero ed il suo destino.