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21/12/2024

S. Francesca Cabrini

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Ho scoperto cosa erano le Pizzocchere...

BLOG | 02/06/24

Sempre a parlare di pizzoccheri...

Forse non sai che esistevano anche le Pizzocchere...e non si trattava di cibo bensì...

Fin dal 1499, nella laica Repubblica di Venezia, un gruppo di donne straordinarie, conosciute come Pizzocchere, dedicava la propria vita al servizio dei più bisognosi.

Queste donne, provenienti da diverse estrazioni sociali e situazioni personali - nobildonne decadute, vedove, ex prostitute - si univano ai terz'ordini religiosi delle Orsoline, Francescani, Domenicani, Agostiniani, Serviti e Carmelitani per offrire il loro tempo e le loro opere a favore dei poveri e degli emarginati.

Il nome "Pizzocchere" deriva da un tessuto grezzo di lana, grigio (bigio), ottenuto intrecciando lana bianca e nera.

Le Pizzocchere ricevevano il sostegno delle famiglie nobili veneziane, che le ospitavano nei propri palazzi, in "caxette" (case concesse gratuitamente per amore di Dio), oppure in ospizi e ospedaletti.

Queste donne straordinarie partecipavano come cantore alle cerimonie di matrimoni e funerali, e si prendevano cura degli altari e delle chiese di Venezia, che all'epoca contavano circa 200 edifici sacri.

Nonostante le loro opere caritatevoli, le Pizzocchere erano spesso considerate con sospetto.

La loro vicinanza al Doge e alle istituzioni le rendeva soggette a critiche, venendo spesso viste come ficcanaso, spie ambigue e ingannevoli.

Una figura di spicco tra loro fu Cassandra Fedele, nominata "priora de l’hospeal de le Donzele appresso a San Domenego".

Cassandra, che visse fino a 102 anni, studiò medicina e teologia a Padova e compose opere letterarie, lasciando un'impronta duratura nella storia veneziana.

Nel 1727, le Pizzocchere vennero ufficialmente riconosciute come Comunità Religiose dalla Serenissima, e nel 1746 fu loro destinato un burcio, una barca da trasporto merci, a testimonianza della loro importanza.

Non è un caso che a Venezia esista una corte a loro dedicata, a eterna memoria del loro contributo alla società.

Oltre al loro impegno sociale, le Pizzocchere sono legate a un altro aspetto curioso della cultura italiana: la cucina.

Un'antica opera, stampata a Venezia nel 1548 da Ortensio Landi, menziona i "Pizzoccheri" come piatto tipico, preparato dalla famosa cuoca dell'epoca Meluzza Comasca.

I "Pinzoncheri", come venivano chiamati in dialetto locale, sono divenuti nel tempo una prelibatezza raffinata, mantenendo sempre gli ingredienti fondamentali di ortaggi, formaggio e burro.

L'opera di Ortensio Landi del 1548 che menziona i Pizzoccheri si intitola "Catalogo dell'inventario delle cose che si mangiano, et delle bevande c’heggedì s’usano".

Questo testo è un inventario dei cibi e delle bevande dell'epoca, e include una menzione specifica dei Pizzoccheri, attribuendo la ricetta originale a una cuoca dell'epoca, Meluzza Comasca.

Quindi sono nati in Valtellina o no?

 

Tra pizzocchere e pizzoccheri...

Ecco la ricetta per realizzarli al meglio

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