Sondrio
Al centro della grande piana della media valle e alle porte della Valmalenco, il capoluogo provinciale nonché città più popolosa della provincia, è adagiata al versante retico, quello a nord.
Su questi poggi rocciosi si trovano varie frazioni dell'antico abitato di Sundrium, che nel corso dei secoli si è espansa a sud, verso le maestose Alpi Orobie.
Il suo clima continentale, caratterizzato da inverni freddi ed estati mitigate, ha favorito lungo i secoli (come nel resto della media valle), in particolare sul versante retico, soleggiato e con un microclima quasi mediterraneo, lo spettacolo unico di immense estensioni di terrazzamenti vitati che ancora oggi circondano la città.
I vigneti intorno a Sondrio rappresentano uno dei più straordinari e spettacolari esempi di trasformazione del territorio da parte dell'uomo, di ingegneria rurale, per sfruttare al meglio ciò che la natura mette a disposizione in una regione dove il clima certamente non rappresenta per l'agricoltura un elemento favorevole.
Questi vigneti rappresentano ancora oggi un bene culturale prezioso al pari di altre opere dell'ingegno umano che siamo abituati a vedere e ad ammirare.
Sondrio è una città principalmente centro amministrativo, ma che ha conosciuto dal dopoguerra a oggi un discreto sviluppo di attività industriali e artigianali come commerciali e di servizi.
La città presenta vari punti d'interesse, storici, artistici e paesaggistici.
Partendo da quest'ultimi, non puoi mancare di fare un'escursione, a piedi o in bicicletta, fra i vigneti che sovrastano la città, partendo o arrivando da una via che si snoda dal centro storico ottocentesco e neo-classico (Piazza Garibaldi con il suo recentemente ristrutturato Teatro sociale e Piazza Campello con la chiesa della Collegiata e la Torre ligariana), attraverso la città barocca (Palazzo Sertoli e Palazzo Sassi) e poi rinascimentale-medievale (Piazza Quadrivio e la città “vecchia”, Scarpatetti, la via principale del borgo antico che risale verso il cinquecentesco Castel Masegra e le vigne).
Da segnalare il circuito della Sassella, un percorso che attraversa una zona viticola a terrazzamenti di particolare pregio (Valtellina Superiore e Grumello) e caratteristiche frazioni della città (oasi di pace e vita di un tempo, come Ronchi e Majoni o Triangia, da cui godrai di una magnifica vista che domina la media valle).
Per gli amanti delle escursioni, da provare ci sono anche il Sentiero della Memoria e l'inizio del Sentiero Rusca (storica via che attraverso la Valmalenco e il passo del Muretto faceva di Sondrio un centro di interscambio commerciale con l'Engadina).
Da ricordare infine il Museo del Vino, il Museo di Storia e Arte e le moderne architetture di Villa Quadrio e Palazzo Muzio, Palazzo Pretorio con la Stua del Sindaco,
il Museo Valtellinese di Storia e Arte, la collezione di minerali Fulvio Grazioli (presso Palazzo Martinengo),tutti siti nel cuore della città “bassa”.
Ultimo ma non ultimo il grande Parco Bartesaghi Adda Mallero che si incontra provenendo da Milano sulla destra prima dell'ingresso alla città.
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Per ulteriori informazioni visita il sito del Comune di Sondrio
SONDRIO, 211m s.l.m. - 22216 abitanti
Stemma: d'azzurro a due spade decussate d'argento, guarnite d'oro con la punta in alto poste sopra due palme decussate di verde, accompagnate in capo da un giglio d'oro.
Tratto da "Gli stemmi dei comuni di Valtellina e Valchiavenna" di Marco Foppoli.
Gervasio (... – Milano, III secolo) e Protasio (... – Milano, III secolo) detti anche Gervaso e Protaso, furono due fratelli gemelli milanesi, martiri della cristianità e pertanto venerati come santi dalla Chiesa cattolica. La tradizione vuole che siano stati figli di san Vitale e santa Valeria.
Le notizie sulla loro vita si perdono nel tempo e sono giunti a noi solo pochissimi documenti. Non si conosce con certezza il momento storico in cui vissero. Alcune fonti come la Datiana historia ecclesiae Mediolanensisraccontano che professarono la loro fede durante l'impero di Nerone e che furono convertiti al cristianesimo, assieme ai loro genitori, dal vescovo di Milano san Caio. Siamo in un momento storico caratterizzato dalle prime persecuzioni nei confronti dei cristiani. Più probabile invece posizionare temporalmente le loro vite nella metà del III secolo, durante le persecuzioni nei confronti dei cristiani di Decio o Valeriano oppure qualche anno dopo, durante la persecuzione di Diocleziano.
Durante il V secolo un autore anonimo ne ha composto la Passio, dalla quale è possibile ricavare alcune notizie sulla loro esistenza, rimanendo però sempre al limite tra leggenda e realtà. La Passio racconta che anche i loro genitori furono martiri della cristianità. Il padre Vitale venne ucciso mentre si trovava a Ravenna e la madre Valeria fu assassinata sulla via di ritorno per Milano. Appena venuti a conoscenza della morte dei genitori, Gervasio e Protasio non premeditarono nessuna vendetta, anzi decisero di vendere tutti i beni di famiglia per distribuire il ricavato ai poveri di Milano. Passarono poi dieci anni della loro vita a pregare, meditare e professare tutti i dettami della cristianità.
Quando il generale Anastaso passò con le sue truppe nella città, li denunciò come cristiani e li additò come persone da punire e da redimere. I due fratelli furono arrestati, torturati ed umiliati. A Protasio fu tagliata la testa con un colpo di spada, mentre Gervasio morì a seguito dei numerosi colpi di flagello ricevuti.
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