Spriana è un comune italiano di 93 abitanti e si trova in provincia di Sondrio a 754 mt s.l.m.
Spriana è il primo comune che si trova imboccando la Valmalenco, sulla sponda sinistra del torrente Mallero.
Confina con Sondrio e i comuni di Torre di Santa Maria e Montagna in Valtellina (comunità di cui fa parte).
Il piccolo comune è composto dalle frazioni di Centro, Bedoglio, Piazza, Cucchi, Erta, Portola, Gaggi, Marveggia, Mialli e Scilironi.
Dopo aver attraversato il Mallero, la strada per SPRIANA si inoltra salendo con alcuni tornanti tra castagneti e massi, interrotta ogni tanto da qualche piccolo prato sostenuto da muri a secco. Dopo una curva si ha davanti la Chiesa ed il paese, ma prima l’attenzione è attirata da un grosso masso erratico sporgente sul bordo destro della strada, sul quale è stata costruita una chiesetta, molto probabilmente un ex-voto, chiamata ancora oggi “Chiesa della Speranza”.
L’abitato è collocato in una conca tra boschi e prati, nascosta alla vista di chi percorre il fondovalle, dominato dalle ripide pareti rocciose del monte Foppa. La strada prosegue a Nord per la contrada Marveggia, sempre fra fitti castagneti. Dalla strada si vedono sull’altro versante quattro contrade del Comune di Torre di S. Maria (S. Giuseppe, di Cà Bianchi, dei Musei e dei Pizzi).
La storia di Spriana è diversa quella degli altri comuni che fanno parte della Valmalenco,è curiosa perché essa faceva parte della comunità di Montagna in Valtellina, comune confinante.
Con l’avvento del Regno d’Italia e l’imposizione di leggi che prevedevano nuovi dazi sul consumo di alcuni prodotti come zucchero, caffè e tabacco, anche a Spriana si sviluppò il contrabbando con la vicina Svizzera.
Questa "attività" permise di aumentare i proventi che la poca terra coltivabile dava agli abitanti del piccolo paese.
Per contrastare il traffico di contrabbando fu costruita nei primi del Novecento,una caserma della Guardia di Finanza in Val di Togno, sul confine con il comune di Montagna in Valtellina.
Lo spopolamento delle aree alpine e l'emigrazione della popolazione verso l’Argentina e l’Australia, oltre al capoluogo, Sondrio, è la causa del calo demografico degli ultimi anni.
Oltre a questo fra il 1960 e il 1965, Spriana è stata protagonista di un triste destino che ne ha causato il quasi totale spopolamento, ossia l’incombente pericolo di una vasta frana, che ha costretto il Comune a evacuare definitivamente buona parte della popolazione.
La purtroppo "famosa" frana di Spriana viene costantemente monitorata dalla Protezione civile ed è in costruzione un bypass che dovrebbe, una volta terminato, scongiurare danni.
Ph: Katia Bongini
SPRIANA, 307m s.l.m. - 142 abitanti
Stemma: di verde, al palo d'argento, alla mucca di razza alpina al naturale, collarinata di nero e affibiata d'oro col campanaccio dello stesso, sostenuta da una campagna cucita di verde, attraversante sul tutto.
Tratto da "Gli stemmi dei comuni di Valtellina e Valchiavenna" di Marco Foppoli.
Gottardo di Hildesheim,(Reichersdorf, 960 – Hildesheim, 4 maggio 1038), fu un vescovo benedettino della diocesi di Hildesheim. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, oggetto di culto soprattutto nella regione alpina, dove si è dato il suo nome ad uno dei valichi più importanti dell'arco alpino.
Gottardo nacque nel 960 a Reichersdorf presso Niederaltaich cittadina della diocesi di Passavia nella Baviera meridionale al confine tra Germania e Austria. A Niederalteich era già presente un monastero, dove il padre Ratmundo era vassallo del capitolo di San Maurizio di Niederaltaich. Nella scuola capitolare di questo convento ricevette un'istruzione umanistica e teologica sotto la guida di Uodalgiso. Dopo aver viaggato molto in Austria nella regione alpina e in Italia, terminò i suoi studi superiori presso la scuola del duomo di Passavia sotto il famoso maestro Liutfrido.
Entrò quindi nel capitolo di Niederaltaich come preposito. Quando il duca Enrico II il Litigioso decise di trasformare il capitolo in un convento benedettino, Gottardo rimase come novizio per farsi poi monaco benedettino nel 990 sotto l'abate Ercanberto di Svevia. Fu ordinato sacerdote nel 993. Divenne successivamente priore e rettore della scuola monastica, portando questa a livelli più alti. Nel 996 fu eletto abate del monastero orientandolo verso gli ideali di Cluny. In seguito il futuro imperatore Enrico II gli affidò il delicato compito di abate dell'abbazia di Tegernsee (1001-1002) e poi di quello di Hersfeld (1005), dove impresse alla vita monastica un forte rinnovamento, lavorando con molta determinazione per convincere le comunità ad accettare le riforme improntate all'ideale monastico di Cluny.
Nel 1013 ritornò a Niederaltaich, dove intraprese una grande attività di edificazione: oltre trenta sono le chiese che furono costruite, sotto la sua direzione. Questo gli valse la fama di uno dei più grandi architetti oltre che pedagoghi della Baviera del suo tempo.
L'arcivescovo Aribo di Magonza lo consacrò vescovo di Hildesheim, alla morte di Bernoardo. La sua nomina fu voluta dall'imperatore Enrico II. Come vescovo fu molto amato sia dai credenti laici del popolo che dal clero. Egli difese con fermezza la propria diocesi da soprusi e tentativi di usurpazione. Morì il 5 maggio 1038.
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