Comune del terziere inferiore della Valtellina, e della squadra di Morbegno, appartenne alla pieve di Ardenno. Della comunità della Forcola (il toponimo è citato con l’articolo determinativo) fecero parte le contrade di Motta, Del Cà e Sumvalle nel territorio di Campo in Val di Tartano (Orsini 1959 a; Gusmeroli 1989). Forcola non partecipò alle adunanze delle comunità della giurisdizione di Morbegno nel 1363: poiché a quegli incontri non convennero le vicinie, ma solo i rappresentanti dei comuni con propria autonomia amministrativa, si può stimare che l’origine del comune di Forcola sia posteriore (Fattarelli 1986). Forcola dovette originariamente fare parte del comune di Ardenno, dal quale figurava staccato, sia pure non costituito in comune autonomo ma in semplice squadra, nel 1380: in quello stesso anno si riunì un consiglio della squadra di Morbegno, con lo scopo di eleggere i rappresentanti delle varie comunità poste alla sinistra dell’Adda sotto una sola direzione. Nel sindacato del 19 gennaio 1388 con cui il terziere inferiore della Valtellina promise fedeltà a Galeazzo Visconti, Forcola era invece compreso tra i comuni della prima squadra del terziere (Fattarelli 1986).Scopri di più. Clicca qui
FORCOLA, 289 m s.l.m. - 888 abitanti
Stemma: troncato semipartito: nel 1º d'azzurro alla mitra vescovile d'oro caricata di una crocetta di rosso, con le infule rivolte verso l'alto, attraversante il pastorale d'oro, posto in una banda, con il manico ricurvo posto nell'angolo destro del capo; nel 2º di rosso alla mucca d'argento, pezzata di nero ferma sulla pianura di verde; nel 3º d'oro al castagno di verde, fruttato d'oro, fustato al naturale e nodrito nella pianura di verde.Gli stemmi dei comuni di Valtellina e Valchiavenna""di Marco Foppoli.
""Ha lo stemma ufficiale così descritto: troncato semipartito: nel PRIMO, di azzurro, alla mitra vescovile d’oro, caricata dalla crocetta greca di rosso, con le infule volte all’insù, attraversante il pastorale d’oro, posto in banda, con il manico ricurvo posto nell’angolo destro del capo; nel SECONDO di rosso, alla mucca d’argento, pezzata di nero, ferma sulla pianura di verde; nel TERZO, d’oro al castagno di verde, fruttato di sei d’oro, fustato al naturale, nodrito nella pianura di verde. Ornamenti esteriori da Comune. Sono vietati l’uso e la riproduzione dello stemma e del gonfalone per fini diversi da quelli istituzionali, salvo espressa autorizzazione della Giunta Municipale."" (dallo statuto comunale)"
San Giuseppe, secondo il Nuovo Testamento, è lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Il nome Giuseppe è la versione italiana dell'ebraico Yosef, attraverso il latino Iosephus. San Giuseppe, Maria e Gesù bambino sono anche collettivamente riconosciuti come Sacra Famiglia. Secondo la tradizione degli apocrifi, in particolar modo il Protoevangelo di Giacomo (II secolo) Giuseppe, discendente dalla famiglia di David e originario di Betlemme, prima del matrimonio con Maria si sposò con una donna che gli diede sei figli, quattro maschi (Giuda, Giuseppe, Giacomo e Simeone) e due femmine (Lisia e Lidia). Rimase però ben presto vedovo e con i figli a carico. Gli apocrifi cercavano in tal modo di giustificare la presenza di fratelli di Gesù nei Vangeli. La Chiesa ortodossa accoglie questa tradizione (come ben mostrato nei mosaici della chiesa di San Salvatore in Chora, a Costantinopoli), mentre la Chiesa cattolicarifiuta questa interpretazione, e sostiene che si trattasse di cugini o altri parenti stretti (in greco antico vi sono due termini distinti:adelfòi, fratelli, e sìnghnetoi, cugini, ma in ebraico e in aramaico una sola parola, ah, è usata per indicare sia fratelli sia cugini. Seguendo ancora la tradizione apocrifa, Giuseppe, già in età avanzata, si unì ad altri celibi della Palestina, tutti discendenti di Davide, richiamati da alcuni banditori provenienti da Gerusalemme. Il sacerdote Zaccaria aveva infatti ordinato che venissero convocati tutti i figli di stirpe reale per sposare la giovane Maria, futura madre di Gesù, allora dodicenne, che era vissuta per nove anni nel tempio. Per indicazione divina, questi celibi avrebbero condotto all’altare il loro bastone, Dio stesso ne avrebbe poi fatto fiorire uno, scegliendo così il prescelto. Zaccaria entrato nel tempio chiese responso nella preghiera, poi restituì i bastoni ai legittimi proprietari: l’ultimo era quello di Giuseppe, era in fiore e da esso uscì una colomba che si pose sul suo capo. Giuseppe si schermì facendo presente la differenza d’età, ma il sacerdote lo ammonì a non disubbidire alla volontà di Dio. Allora questi, pieno di timore, prese Maria in custodia nella propria casa.
ART'IDEA ITALIA SRLS
Via Mazzini, 23 23100 Sondrio
CF/PI 01035400140
ISCR. REA SO 77902
CF/PI 01035400140
ISCR. REA SO 77902