Un tuffo nella storia della Valposchiavo
La storia della Valposchiavo affonda le radici molto lontano: già abitata nell’età del Bronzo e del Ferro, fu poi integrata nell’Impero Romano sotto la Regio XI. La valle, collegata a Como, ha sempre guardato verso sud, mantenendo lingua e cultura italiane.
Nel Medioevo la contesero vescovi e signori locali: dai Matsch Venosta al dominio di Milano, fino all’inserimento nella Lega Caddea sotto l’autorità del vescovo di Coira. Poschiavo e Brusio, sebbene oggi unite da una valle comune, erano già due realtà distinte nel XII secolo.
Con l’arrivo dei Grigioni nel 1512, la valle divenne un importante snodo commerciale. Il passaggio della Riforma Protestante segnò profondamente la comunità, con episodi drammatici come gli eccidi religiosi del 1620 e 1623. La separazione tra Poschiavo e Brusio avvenne nel 1851, e solo nel 1869 la valle fu staccata dalla diocesi di Como per entrare in quella di Coira.
Nei secoli, la mancanza di risorse spinse molti all’emigrazione. Venezia, Inghilterra, Russia, poi le Americhe e l’Australia: la diaspora poschiavina ha lasciato segni indelebili. Ma sono stati anche la ferrovia del Bernina e l’idroelettrico a cambiare il volto della valle, aprendo nuove prospettive.