Villa di Tirano (denominazione assunta dal 1863; prima era semplicemente "Villa") è comune dell’antico Terziere superiore di Valtellina, posto immediatamente ad ovest di Tirano e quindi dello sbocco della Valle di Poschiavo. Il suo territorio, che ha un’estensione di 2460 Kmq, si sviluppa su entrambi i versanti valtellinesi, quello retico settentrionale e quello della dorsale Monte Padrio-Valradega, che separa Valtellina e Valcamonica. Il centro amministrativo è nel nucleo di Villa di Tirano, ai piedi del versante retico. Il confine con il comune di Bianzone, ad ovest, sale dalla località Pioda (m. 403) e corre poco ad occidente del solco della Valle Maggiore, fino al punto più alto del territorio comunale, la Vetta o Dosso Salarsa (m. 2254), dov’è posto il cippo confinario n. 18 con la Confederazione Elvetica. Piegando ad est, il confine segue quindi quello di Stato, passando a monte delle aspre rupi del Sasso Lughina. Assume, quindi, la direzione sudest e taglia il ripido versante che cade sulla bassa Valle di Poschiavo, passando ad oriente dei prati di Lughina (m. 1469), Romaione (m. 1109) e Novaglia (m. 980), il bel terrazzo panoramico nascosto alle spalle della severa rupe che sovrasta Tirano, sul fianco occidentale dello sbocco della Valle di Poschiavo. Il confine scende, quindi, al fondovalle (lasciando fuori lo xenodochio di Santa Perpetua, nel territorio del comune di Tirano), fino al torrente Poschiavino, e lo segue per un tratto, fino alla confluenza nel fiume Adda.Scopri di più. Clicca qui
Lorenzo fu uno dei sette diaconi di Roma, dove vennemartirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Valeriano nel 257. La Chiesa cattolica lo venera come santo.
Le notizie sulla vita di san Lorenzo, che pure in passato ha goduto di una devozione popolare notevole, sono scarse. Si sa che era originario della Spagna e più precisamente di Osca, in Aragona, alle falde dei Pirenei.
Ancora giovane, fu inviato a Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici; fu qui che conobbe il futuro papa Sisto II. Questi insegnava in quello che era, all'epoca, uno dei più noti centri di studi della città e, tra quei maestri, il futuro papa era uno dei più conosciuti ed apprezzati. Tra maestro e allievo iniziò un'amicizia e una stima reciproche. Entrambi, seguendo un flusso migratorio allora molto vivace, lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma.
Quando il 30 agosto 257 Sisto fu eletto vescovo di Roma, affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono, cioè di responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, di cui beneficiavano 1500 persone fra poveri e vedove.
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