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Un campo di concentramento a Sondrio

27/01/20 - Sondrio

Nel giorno della memoria, il 27 gennaio è giusto ricordare questo fatto storico che riguarda il capoluogo Valtellinese.

Forse non sono in molti ad esserne a conoscenza ma nel corso della Seconda Guerra mondiale ovvero durante gli anni del nazismo, anche Sondrio aveva il suo campo di concentramento destinato alla popolazione ebrea.

Il Campo fu allestito in seguito al telegramma inviato dal Questore di Sondrio Giovanni Pirrone alle autorità comunali e provinciali, che rendeva nota l’Ordinanza di Polizia del 30 novembre 1943, a firma di Buffarini-Guidi, Ministro degli Interni della RSI:

1- Tutti gli ebrei, anche se discriminati, a qualunque nazione appartengano, residenti nel territorio nazionale, devono essere inviati in appositi campi di concentramento.

Tutti i loro beni, mobili ed immobili devono essere sottoposti ad immediato sequestro in attesa di essere confiscati nell’interesse della repubblica sociale italiana, la quale li destinerà a beneficio degli indigenti sinistrati dalle incursioni aeree nemiche.

2- Tutti coloro che, nati da matrimonio misto, ebbero, in applicazione delle leggi razziali vigenti, il riconoscimento di appartenenza alla razza ariana, devono essere sottoposti alla speciale vigilanza degli organi di polizia

La struttura sorse in Via Nazario Sauro, in un capannone di proprietà del Comune, ora sede dell’ASL.

I lavori di ristrutturazione per rendere agibile il capannone vennero svolti presumibilmente tra dicembre ‘43 e gennaio ’44, come si deduce dalle date riportate in calce alle fatture relative ai lavori realizzati (Archivio Comunale di SO).

In una lettera indirizzata alla Questura Repubblicana di Sondrio dal Commissario Prefettizio Lainati (09.03.1944) si legge che “il padiglione di proprietà del Comune in Via N. Sauro, destinato a uffici sanitari, è stato occupato d’autorità per dare alloggio agli ebrei, contrariamente alla volontà ed alle esigenze di questa Amministrazione”.

Di conseguenza il Commissario, oltre a richiedere il pagamento di un canone d’affitto, dichiara che “per il quieto vivere”, il Comune è disposto a pagare le spese per il riscaldamento e l’acqua, ma non è disponibile ad accollarsi le spese per l’impianto delle cucine, non previsto per l’uso cui era destinato il capannone.

Per tale motivo il Comune intendeva respingere le fatture pagate dalla Questura.

Le spese riconosciute dal Comune, invece, vennero pagate con la delibera del 5 maggio 1944.

Il canone d’affitto richiesto alla Questura e dunque allo Stato, per il mese di gennaio, era di L. 800.

Non sono stati trovati  dati sull’utilizzo effettivo di tale Campo di Concentramento per Ebrei.

Le testimonianze e la memorialistica fanno riferimento all’internamento degli Ebrei (catturati in provincia di Sondrio) nel Carcere Circondariale di Sondrio, situato in Via Caimi: la memoria è attendibile, anche perché la maggior parte degli Ebrei residenti o transitanti per la Valtellina e la Valchiavenna fu catturata nel dicembre del 1943, quando il Campo non era ancora stato allestito completamente.

Il campo di concentramento restò aperto fino alla fine della guerra quando venne chiuso definitivamente.

Fonte: Anpi Sondrio