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16/03/2025

S. Eriberto Vescovo

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Ma che bella la Festa par i Sciori!

BLOG | 15/03/25 - Aprica

Ci sono eventi che mi restano addosso in modo particolare, non solo per quello che vedi o assaggi, ma per l’atmosfera che ti avvolge.

La "Festa par i Sciori" in Aprica è uno di quelli.

Venerdì 7 marzo, per la prima volta, ho partecipato a questa festa che, da ben 17 anni, anima la Contrada S. Pietro.

Il nome della festa ha un significato particolare: un tempo i turisti venivano chiamati "sciori", e oggi la festa è un modo per ringraziarli e salutarli con calore prima della fine della stagione invernale.

E che festa! Non un semplice evento, ma un vero e proprio omaggio ai tanti turisti che animano ogni anno Aprica.

Un'idea nata da parte dei residenti della contrada per ringraziare i villeggianti con l'auspicio di un arrivederci.

La contrada durante la Festa per i Sciori, si trasforma: le vecchie case, le cantine e le stalle si aprono al pubblico, che può così visitare angoli nascosti e immaginare la vita di un tempo.

I contradaioli, in costume tipico, accolgono tutti con il sorriso e mostrano con orgoglio mestieri antichi, attrezzi e prodotti artigianali.

Ma veniamo al punto forte: le degustazioni.

Perché diciamocelo, una festa così non può non avere il meglio della tradizione gastronomica.

Con un ticket di appena 10 euro, si potevano assaggiare tante prelibatezze: vin brulé bollente (perfetto per il freddo della serata), polenta taragna, salsiccia bollita, sciatt deliziosi, chiscioi bollenti ma buonissimi, pane e salame, chiacchiere, tè caldo, caffè, bisciola e, per chiudere in bellezza, l’Amaro Aprica.

La magia era anche nell’atmosfera: più di 750 persone in giro per la contrada, chi con il bicchiere di vino in mano, chi in coda per un piatto fumante.

Un’energia contagiosa, fatta di risate, racconti e chiacchiere scambiate tra turisti e residenti.

Io ero con un’amica e, nonostante fosse la mia prima volta, mi sono sentita subito parte di questa festa di paese.

Mangiare polenta taragna in piedi, all'aperto, di sera...con temperature decisamente fresche....mi faceva preludere una digestione difficile.

E invece ho assaggiato tutte le prelibatezze (tranne il caffè) e sono stata benissimo!

Uno dei momenti più belli?

La visita alla ghiacciaia. Un luogo incredibile, dove un tempo si conservavano gli alimenti grazie alla neve stipata in una sorta di cantina.

Il proprietario raccontava a tutti i visitatori la storia di quel luogo ricco di cimeli e di salami appesi al soffitto...

 

E poi c’era la musica: il coro di Aprica, con uomini e donne in abiti tradizionali, intonava canti valtellinesi.

E poi, che risate a tagliare la legna con un contradaiolo e una grande sega! Un momento tanto semplice quanto divertente, che ha reso la serata ancora più goliardica.

Nonostante il freddo di marzo, la serata è stata un concentrato di calore umano.

Tornerò sicuramente il prossimo anno, e se non ci sei mai stato, devi partecipare: è un’esperienza da fare almeno una volta.

Ah, e se vuoi farti un’idea più concreta di questa festa, non perderti le foto che ho scattato. 

PS: un rigraziamento speciale ai volontari addetti alla friggitura dei Chisciòi e degli Sciatt perchè carinissimi mi hanno fatto saltare la coda...

Dovevo documentare il tutto! (Ero dunque giustificata...)

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