E così, dopo una settimana passata al computer ho deciso di infilarmi – per la prima volta nella mia vita – a un concerto di musica da camera classica. Sì, proprio io, che alla sola parola “classica” ho sempre avuto un moto di rifiuto istintivo. Non l’ho mai detestata del tutto, ma diciamo che non era nemmeno lontanamente sulla mia lista delle cose da fare nel tempo libero.
Però a volte, quando senti che hai bisogno di staccare davvero, ti viene voglia di provare qualcosa di completamente diverso. Di nuovo. Di insolito. Così, quasi per sfida, ho deciso di andare a vedere cosa si prova ad ascoltare un concerto dal vivo, per capire perché finora la musica classica mi abbia sempre messo un po’ a disagio.
E ci ho trascinato pure le mie amiche...complici di questa ignoranza musicale.
La seconda serata del Festival Le Altre Note si teneva a Palazzo Malacrida a Morbegno, una location che da sola meritava la visita: affreschi, decorazioni, bellezza ovunque. Titolo: Il Flauto Magico con le musiche di Mozart.
Tornare in quella sala meravigliosa non mi dispiaceva affatto...anche solo per lustrarmi gli occhi nuovamente. In scena c’erano Stefano Parrino al flauto e Francesco Parrino al violino, due grandi musicisti che conosco da poco tempo ma che mi hanno letteralmente incollata alla sedia.
La sala era gremita.
Il concerto era dedicato a Il flauto magico di Mozart, e la voce narrante era quella di Lorenzo Degl’Innocenti, attore, artista e doppiatore bravissimo, che ha saputo intrecciare piacevolmente i momenti musicali con una narrazione coinvolgente, senza pesantezze, senza eccessi. Mentre lui raccontava, le note uscivano dagli strumenti come se stessero disegnando le scene davanti a me. Chiudevo gli occhi e immaginavo, riaprivo e osservavo i movimenti dei musicisti, il dialogo tra le mani e i suoni, e tutto diventava chiaro. Non serviva “capire la musica classica”. Bastava ascoltarla dal vivo.
Una scaletta che vedeva alternarsi i brani musicali e la storia di di Tamino e Pamina, che riescono a ritrovarsi nell'amore grazie al saggio sacerdote Sarastro, nonostante le avversità e le forze del male simboleggiate dalla Regina della Notte e da Monostatos.