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28/07/2024

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Una giornata in alpeggio

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BLOG | 27/07/24

Ci sono giornate che mi rallegrano in modo particolare.

Sabato è stata una di quelle e ti voglio raccontare il perché…

Sono partita per una gita in montagna a Caldenno sopra Berbenno di Valtellina, in compagnia di mio padre (94enne) e di mio figlio Sebastian per raggiungere mia figlia Giorgia, che trascorre i suoi weekend estivi in modo alternativo.

 

Durante la settimana è programmatrice informatica e il mercoledì sera e nel weekend raggiunge il suo fidanzato Nicholas che in alpeggio accudisce la sua mandria di bovini da latte e produce burro e formaggio.

 

Ho fatto qualche riflessione che voglio condividere con te.

 

Quello dell’allevatore si sa, non è un mestiere facile, soprattutto non delegabile al 100%.

È vero che ci sono le mungitrici e i robot che danno una mano in alcune mansioni ma per molti aspetti, il fattore umano è determinante.

 

Inutile dire che è sempre più difficile trovare manodopera, di qualsiasi età, disposta ad alzarsi ogni giorno alle 5 (estate e inverno) per dare da mangiare alle vacche, ripulire le stalle, rinnovare i giacigli, predisporre la mungitura, raccogliere il latte, consegnarlo in latteria, piuttosto che lavorarlo per farne burro, formaggio, ricotta…

 

Ma oltre a questo ci sono i campi da lavorare, il fieno da tagliare, fare essiccare, imballare.

Seminare il mais, smaltire il liquame, controllare che gli animali stiano bene, che abbiano mangiato sufficientemente, verificare se qualche mucca ha partorito, quali sono in calore.

Se ci sono vitelli appena nati, assicurarsi che stiano bene, che si nutrano abbastanza…

 

In alpeggio la sveglia suona sempre molto presto, alla stessa ora.

 

Le incombenze si svolgono in modo un po’ diverso in quanto le vacche non sono in stalla ma pascolano felicemente nei prati che devono essere delimitati con un filo elettrico (non è il 220! È collegato a delle batterie quindi corrente a bassa tensione) per fare in modo che non si allontanino e che mangino per bene nell’area recintata.

 

Questi recinti ogni giorno vanno spostati, quindi paletti da piantare, filo da tirare.

 

Poi i bovini vengono munti all’aperto, con un carro mungitore apposito che viene spostato in base a dove si trovano le mucche al pascolo.

Con qualsiasi meteo, sole, pioggia, vento, freddo, grandine…

 

Il latte munto viene subito portato nel casale al fresco, dove c’è un apposito locale per essere lavorato.

 

Questo latte infatti non finisce in latteria ma serve per produrre burro e formaggio.

 

Dunque ogni giorno, 2 volte al giorno si produce burro o formaggio in base alle necessità:

il formaggio latteria e il vero burro d’alpeggio, quello giallo,  proveniente dal latte più buono, che le vacche hanno prodotto mangiando erba fresca e fiorellini, respirando l’aria pura di montagna...

 

E poi c’è la legna da tagliare per accendere il fuoco e scaldare la “culdera” per il latte che diventerà formaggio.

 

Ho elencato solo alcune fasi della giornata dell’allevatore, e sono certa di averne dimenticata tante…

Perchè ho deciso di raccontare tutto cio?

...fammi un favore, la prossima volta che acquisti il burro di alpeggio, se noti che costa qualche € in più degli altri, fermati a pensare al lavoro che ci sta dietro per farlo arrivare così buono nella tua cucina.

 

Quando lo usi per condire i pizzoccheri, quando lo spalmi sul pane, quando ci fai la torta…ecco ricordati di queste parole che ti ho riassunto.

 

Mi piace dare valore alle attività produttive che prevedono anche, anzi soprattutto sacrifici.

Dunque:

  • Niente vacanze estive, mai!
  • Niente oggi sto a letto fino alle 9, mai!
  • Niente oggi mi do malato e mi metto in mutua, mai!
  • Niente questa sera faccio serata e sto in giro con gli amici fino a tardi, mai!
  • Niente oggi piove sto a casa, mai!

 

Quando tutto appare normale, delegato ad AI, dietro a degli schermi piatti che ci mostrano immagini costruite, realtà virtuali, dobbiamo ricordare che la vita vera, reale, esiste ancora e bisogna cercarla, toccarla per mano e apprezzarla.

 

Ricordiamo che esistono persone che grazie al loro lavoro ci permettono di avere cibi sani e genuini sulle nostre tavole.

 

Questo è il lavoro di Nicholas che ha deciso di seguire l’azienda di famiglia piuttosto che accettare un posto di lavoro come perito meccanico (il suo diploma) in qualche azienda che lo aveva cercato.

 

La cosa bella è che nonostante le difficoltà, le problematiche che ogni giorno incontra, la stanchezza che a volte si fa sentire, specie quando il meteo è avverso e si “slozza” completamente nonostante stivali e impermeabili…

 

Lui non si lamenta mai. a

Affronta le difficoltà man mano che si presentano e cerca il modo migliore per risolverle.

 

È un ragazzo maturo, volonteroso, responsabile e molto pratico.

Con la testa sulle spalle nonostante abbia solo 24 anni.

 

E lo sanno i suoi genitori che gli hanno affidato l’alpeggio in Caldenno da gestire da solo ormai da 3 anni mentre loro sono dall’altra parte della valle, in Val Cervia ad accudire un’altra mandria.

 

Vederlo al lavoro è un piacere, svolge tutto con la massima precisone, con sicurezza, conosce bene l’iter che ogni giorno deve seguire per produrre burro e formaggio freschi.

 

E sono davvero una madre felice, sapere che Giorgia sia accanto ad un ragazzo ormai uomo, come lui. Lavoratore instancabile ma attento, amorevole e protettivo nei suoi confronti.

 

E lei ricambia appena possibile raggiungendolo per portargli la spesa, cucinare, resettare la baita, dagli una mano a vendere burro e formaggio a chi arriva in alpeggio nel weekend per acquistare i prodotti direttamente.

 

Per tutta l’estate lei si alza presto la mattina, inizia il suo lavoro un’ora in anticipo, per finire prima e raggiungere l’alpeggio attraverso una strada stretta e tortuosa che la porta a Caldenno in “soli” 60 minuti. Se non è vero amore questo …

 

Ad affiancare Nicholas per il secondo anno c’è S, un ragazzo al primo anno di superiori.

 

Lo scorso anno suo padre aveva deciso di fargli vivere questa esperienza per farlo “maturare” sotto vari aspetti. Cosa di cui magari avrebbero bisogno tanti giovani…

 

Ci era andato malvolentieri all’inizio poi si era adeguato a quella vita da pastore in un luogo dove il cellulare non riceve, dove la TV non esiste, dove non c’è la corrente elettrica ma solo un generatore che produce luce la sera, dove si dorme tutti insieme in un’unica camera in baita…

 

Quei mesi lo hanno forgiato tanto da “candidarsi” volontariamente per dare una mano a Nicholas anche quest’anno.

 

Oggi parlando con il padre di S. mi ha raccontato della sua trasformazione.

Di quanto sia servito al ragazzo trascorrere alcuni mesi in alpeggio, di quanto sia maturato, si sia responsabilizzato e abbia capito determinati valori della vita che ignorava.

 

È ancora giovane e ha tanto da imparare.

Non sarà il suo lavoro del  futuro, forse…

 

Ma intanto la sua vita sta piantando tanti semi nel terreno e i frutti che raccoglierà saranno abbondanti, dolci e succosi.

È bellissimo vivere queste esperienze e ascoltare queste testimonianze perchè ancora una volta mi fanno credere con fiducia in un futuro migliore...

Oggi ho trascorso una giornata senza notifiche perché il cellulare lassù in alpeggio, prende solo ogni tanto.

Ma non mi importava perché ero insieme alle persone più importanti della mia vita: i miei figli e mio padre.

 

Mi sono arricchita osservando la semplicità della vita, senza tante comodità, dove si apprezza la vista di un ruscello che scorre, i campanacci in lontananza delle mucche, il silenzio tecnologico e si prende volentieri un libro in mano mentre il vento fresco ti accarezza.

 

Anche la Pimpa ha partecipato felice alla giornata che ho deciso di raccontarti come a volte mi viene spontaneo fare.

 

Voglio nominare l’Azienda Agricola Codega Farm, l’azienda di Nicholas,  i cui prodotti  conosco personalmente e che purtroppo posso degustare raramente in quanto solo intollerante ai latticini. Mannaggia...

Ma ti garantisco che il burro e il formaggio che producono è una favola!

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